Il mandato amministrativo dal 1985 al 1990 - Il PSI mira a sostituire la DC nei rapporti con i "poteri forti".

Visita del Presidente della Repubblica, Cossiga, a Bergamo. Presentazione dei Capigruppo in Consiglio Comunale

Dopo l'euforia del successo elettorale, mi aspettava il lavoro amministrativo da consigliere comunale, ma soprattutto quello di Capogruppo.

L'alleanza tripartita aveva lasciato qualche ferita, la mancata riconferma di Passerini Tosi alla carica di Vicesindaco con la sostituzione del socialista Salvioni, era stata ritenuta, da parte del professore repubblicano una forma di sfiducia nei suoi confronti e una mancanza di riconoscimento del lavoro da lui svolto nei cinque anni precedenti.

Dal punto di vista amministrativo iniziarono a presentarsi le prime avvisaglie sugli "appetiti" socialisti specialmente nel settore dei lavori pubblici, (Bergamo sud) nell'edilizia e nell'utilizzo dei "contenitori" più o meno storici della città: lo stadio, Sant'Agostino, l'Università.

Il "club" degli architetti, molti dei quali inseriti nelle Commissioni specifiche, presentava al suo interno forti rivalità tra quelli vicini alla DC, al PSI, e al PCI, di volta in volta alleati o rivali nelle cordate che predisponevano progetti e/o suggerivano le Imprese di costruzione a loro gradite.
La diatriba più eclatante fu quella sull'utilizzo del complesso di Sant'Agostino nei programmi dedicato all'inserimento dell'Università di Bergamo.

Da parte del Rettorato era pervenuta la richiesta di poter adibire parte della complesso monastico ( zona del chiostro nuovo) alla didattica ristrutturandola per poter ricavare uffici e aule per circa un migliaio di studenti. La richiesta era stata accolta positivamente dal sindaco Zaccarelli e avanzata in una riunione di maggioranza con il sostegno dei democristiani e socialisti ma fermamente respinta dai repubblicani e ritenuta stravolgente rispetto al previsto riutilizzo  in chiave museale dell'intero complesso (Museo Osservatorio della città, contenuto nel programma di governo). La posizione repubblicana era chiara: portare la discussione in Consiglio comunale in modo che il dibattito si svolgesse alla luce del sole e permettesse a tutti la possibilità di esaminare le diverse posizioni e, conseguentemente, giudicare, Questa richiesta era stata appoggiata anche dal PCI.

Durante quei giorni di frenetiche consultazioni tra le delegazioni dei tre partiti si arrivò persino a ventilare la possibilità di un'uscita dalla Giunta. In una riunione di partito, lo "stato maggiore" composto dal Segretario Provinciale Tino Montagnosi, da quello cittadino, Lorenzo Chierici e dai tre membri del gruppo consiliare, Passerini Tosi, Ziliani e il sottoscritto, assieme a tutti i membri della direzione cittadina, approvarono all'unanimità la posizione della delegazione repubblicana che aveva incontrato gli alleati di maggioranza e che aveva espresso una posizione di netto dissenso dalla proposta Zaccarelli.

Alla fine si constatò che per l'insediamento didattico dell'Università in Sant'Agostino sarebbe stato necessario un investimento finanziario al di fuori delle possibilità del momento e che pertanto la "proposta Zaccarelli" era da intendersi come un auspicio (soluzione che faceva comodo a tutte le forze di maggioranza). Mentre da un lato si poneva l'obbiettivo di iniziare il restauro della chiesa, dall'altro impegnava l'Amministrazione comunale a ricercare spazi idonei in città bassa e nei comuni limitrofi (Utilizzo del complesso di via Caniana e Dalmine che diventò, nel 1992, la sede della facoltà d'ingegneria). E come accadde spesso in queste situazioni; il tutto fu rinviato con la decisione di commissionare uno "studio" sulle esigenze universitarie e relative possibili soluzioni.

Un altro problema che mise a dura prova la capacità di reggere l'alleanza tripartita, fu quello relativo allo Stadio. Era necessario un intervento di manutenzione straordinaria anche in vista dei mondiali di calcio che coinvolsero anche Bergamo e il suo hinterland (vedi tangenziale terminata solo dopo oltre vent'anni dall'inizio dei lavori !!!).

Sullo stadio si scontrarono gli architetti democristiani, socialisti e comunisti con le rispettive "fazioni" consiliari di volta in volta alleate o nemiche.

La storia è nota.

In occasione dei campionati mondiali di calcio del 1990, a Bergamo era stato promesso dal Governo uno stanziamento di 14 miliardi di lire: 9 miliardi e mezzo come contributo statale per ristrutturare lo stadio, il resto per completare l'impianto di smaltimento rifiuti solidi e urbani.

Nel frattempo a Roma, il Ministro del Tesoro, il socialista Giuliano Amato emanava un decreto legge che chiudeva ermeticamente tutti i rubinetti dei finanziamenti pubblici. Il decreto Amato doveva essere convertito in legge e l'Amministrazione comunale non sapeva quali pesci pigliare.
Sino a quel momento quella di Bergamo era stata l'Amministrazione più sollecita a far pervenire il progetto di ristrutturazione e, addirittura, quando si era saputo che l'ammontare dei finanziamenti poteva raggiungere anche il 50% della spesa, era stato commissionato un mega - progetto, costato 1 miliardo e 200 milioni di lire, che prevedeva una spesa di 21 miliardi per il solo stadio e 36 miliardi se completo di infrastrutture. Qualcuno iniziò persino ad immaginare la costruzione di uno stadio nuovo, possibilmente fuori città. (corsi e ricorsi storici ancora in discussione oggi dopo 27 anni).

A quest'ultima ipotesi (stadio nuovo) i socialisti si opposero fieramente. Volevano fosse riconosciuto loro il merito del finanziamento per la ristrutturazione e nessuno si sarebbe potuto permettere di metterlo in discussione. Le elezioni amministrative del 1990 erano vicine e quale migliore presentazione per il PSI poteva esserci? Trasversalmente, nel frattempo gli architetti di ogni colore pregustavano il ghiotto boccone.

Il "mutuo" bloccato rimanderà a dopo il 1990 la resa dei conti finita, come sappiamo con un intervento conservativo e lasciando ai posteri il dibattito su stadio nuovo si (sul quale la DC per bocca del Segretario Provinciale in carica, Franco Massi si era pubblicamente espresso),  stadio nuovo no !
Emblematica una frase che circolava tra gli addetti ai lavori, rivolta dai socialisti ai dirigenti dell'Ance (Associazione Costruttori Edili di Bergamo): "Basta salire le scale di Piazza Matteotti (sede della DC), ora dovete salire i gradini di via Vivaldi (sede del PSI)". Non so se la frase fosse stata realmente pronunciata  ma la ripropongo per spiegare il clima di quegli anni.

Un progetto, sia pure in embrione, al quale dedicai attenzione fu quello relativo al "cablaggio della città" del quale mi aveva ampiamente informato il vicesindaco Salvioni, molto interessato ad approfondirlo per una futura concretizzazione.

Sull'esempio di quanto era stato realizzato a Tolosa, sede dell'Aérospatiale (Société Nationale Industrielle Aérospatiale) la città era monitorata tramite l'invio di immagini satellitari che permettevano in tempo reale di verificare le modifiche urbanistiche legali o illegali che interessavano il territorio. La perfezione era tale che era possibile verificare il taglio di un albero o lavori in esecuzione in difformità alla licenza rilasciata.

Così come era interessante, almeno a quel tempi, il sistema di video-telefono in dotazione a tutte le abitazioni e agli Enti pubblici  della città di Biarritz.

Con Salvioni visitai le due città e gli strumenti di cui erano dotate. Il progetto necessitava di uno studio di approfondimento e di valutazione economica, ma la fine della legislatura ne procurò il definitivo abbandono.

In quegli anni la Regione Lombardia istituì e regolamentò le USSL (Unità Socio Sanitarie Locali), concretizzando, con notevole ritardo, quanto previsto dalla legge 833 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale. Il Presidente era indicato dalla Regione mentre la nomina dei membri degli organi collegiali, Comitato di Gestione e Assemblea, erano competenza delle Amministrazioni locali contenute nei confini di ciascuna USSL.

Per la maggioranza e per conto del PRI, fui nominato componente del Comitato di Gestione dell'USSL 29 di Bergamo il cui presidente era il democristiano Andreino Carrara. Nel Comitato erano inoltre presenti Luciano Pezzotta, Susanna Pesenti e  Ivo Nebbiolo per la Democrazia Cristiana, la rappresentante socialista della quale non ricordo il nome, il socialdemocratico Gentilini e Cavalli per il PCI.
Mi fu affidato il compito di seguire il progetto d'informatizzazione ancora in fase di realizzazione e di verifica e che prevedeva il controllo della spesa farmaceutica.
l'USSL  sarà in seguito, agli inizi degli anni '90, sostituita dalle ASL. Con la modifica del nome saranno sciolti sia il Comitato di Gestione che l'Assemblea e sostituite da un "dirigente" indicato dalla Regione.

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