Le elezioni amministrative del 1990, e segnali di rottura con il PRI

Durante l'ultimo anno del mio quinquennio amministrativo accaddero le premesse che mi portarono alla rottura con il Partito che avevo seguito con abnegazione e con cui avevo collaborato per molti anni

Nel 1988 mi ero avvicinato sempre di più alla corrente di "Sinistra mazziniana" proprio a causa del dissenso con la gestione troppo liberale, dal punto di vista politico, e personalistica del Segretario Giorgio la Malfa. In accordo con gli amici di Brescia avevo organizzato un Convegno a Bergamo proprio in relazione alla situazione interna del Partito e alla sua conduzione politica.


Questa iniziativa non piacque al parlamentare bresciano Castagnetti tanto che ebbe modo di criticarla aspramente, durante un casuale incontro con un amico bergamasco, definendomi una sorta di mestatore e rivoluzionario (sic).


Non rimasi meravigliato di tale atteggiamento tuttavia mi accorsi di esser guardato con sospetto da alcuni amici bergamaschi, anche se non mi fu negata la delega per la partecipazione al Congresso di Rimini, convocato nel mese di maggio del 1989.


Come ho ricordato in precedenza, in quel Congresso venni eletto Consigliere Nazionale , nella lista di "Sinistra mazziniana". E iniziarono le frecciate e le varie interpretazioni sul mio comportamento. Qualcuno arrivò ad insinuare che la mia "collocazione" era stata soltanto una forma esibizionistica per poter inserire la carica nel biglietto da visita. Altri avevano ventilato l'ipotesi che, essendo a fine mandato amministrativo, il mio fosse stato un modo per mantenere una posizione di prestigio all'interno del PRI in caso di mancata rielezione. Cose miserevoli che comunque indicano il clima non più sereno e amichevole che avevo conosciuto in precedenza.


Infatti l'intenzione di non ripresentarmi alla tornata elettorale del 1990 aveva ben altre origini.


Ero coinvolto, a livello professionale, nella predisposizione di un "Progetto di gestione" di uno stabilimento siderurgico che la Dalmine, con l'Italimpianti di Genova ed altre società del gruppo IRI, stava costruendo a Volžskij in Unione Sovietica.


Il Progetto era accompagnato e vincolato da un periodo di affiancamento e addestramento delle maestranze locali, fatto dagli estensori dello stesso e per un periodo lungo un paio di anni, eventualmente prolungabili. Essendo uno di costoro e responsabile della parte che riguardava la "Programmazione della produzione", il mio futuro immediato era ipotecato su questo impegno: avrei dovuto soggiornare in Russia per periodi molto lunghi, intercalati solo da brevi ritorni in patria.


Per senso di responsabilità verso le Istituzioni e il Partito avevo pertanto assunto la decisione di astenermi dalla partecipazione alla tornata elettorale amministrativa del 1990. E l'avevo anticipata da tempo essendo stata pubblicata in un intervista che rilasciai al quotidiano locale L'Eco di Bergamo.


La situazione s'ingarbugliò anche per la concomitante decisione di Passerini Tosi di ritirarsi dalla vita politica per problemi sia anagrafici che familiari: era sulla breccia da quasi vent'anni e ne aveva ben donde.


La lista repubblicana, pertanto, perdeva due consiglieri su i tre eletti nel 1985 e con loro, con modestia ma realisticamente, anche il piccolo bagaglio di voti e apprezzamenti personali conquistati in passato. Certamente questo fatto  ebbe un'influenza   relativa sul modesto risultato che fu ottenuto nella consultazione: l'ingresso "prepotente" della Lega nella competizione penalizzò non solo il PRI ma l'intera schiera dei partiti tradizionali.


I risultati parlano da soli:


Bergamo Amministrative 1990


Liste                                                                                   %                 Seggi
Democrazia Cristiana                                                         35,8                  20
Lega Nord                                                                         20,7                  11
Partito Comunista Italiano                                                 10,1                   5
Partito Socialista Italiano                                                    9,3                   5
Verdi Arcobaleno                                                               6,4                    3
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale                     4,1                    2
Partito Repubblicano Italiano                                              4,0                   2
Partito Pensionati                                                               2,8                   1
Partito Liberale Italiano                                                      2,8                   1
Partito Socialista Democratico Italiano                                1,6                    -
Democrazia Proletaria                                                        1,3                    -
Antiproibizionisti sulla Droga                                               1,1                   -
Totale
                                                                                             100,00                   50

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