Consigliere Comunale dal 1985 al 1990 - Il debutto

Il sindaco Giorgio Zaccarelli

Alle elezioni amministrative del 1985 il PRI ottenne un ottimo risultato, anche se non proprio secondo le previsioni che il Vicesegretario Provinciale Lampugnani aveva auspicato nell'intervista rilasciata a Ferruccio Piazzoni e pubblicata da Bergamo Oggi.

In Bergamo città ottenne il 5,6 % dei consensi e 3 Consiglieri Comunali. Uno in più rispetto al 1980. Per pochi voti non ottenne il quarto consigliere. I tre eletti, in ordine di preferenze, furono: Passerini Tosi, Ziliani e Sangalli. Iniziava la mia avventura come Consigliere Comunale.

Nelle Circoscrizioni cittadine riconfermammo tutti i precedenti consiglieri e nel caso della Circoscrizione 1 e 2 (zona centro città) li raddoppiammo.

Nei Comuni della Provincia, furono eletti Consiglieri Repubblicani a Calusco d'Adda, Cisano Bergamasco, Gazzaniga (2), Ponte San Pietro, Romamo di Lombardia, Seriate, Treviglio.
In Consiglio Provinciale fu riconfermato il consigliere repubblicano.

Un risultato che premiava sicuramente il lavoro svolto e alle attività intraprese negli anni precedenti.
Nella distribuzione delle deleghe a Passerini Tosi venne affidata la Cultura e a Ziliani il Bilancio.
Il sottoscritto, oltre ad essere di fatto Capogruppo, ero di "diritto" componente di tutte le Commissioni Consiliari e Presidente della 1a Commissione, quella addetta al Bilancio. Il compito era gravoso, come si può intuire e, non essendo politico di professione, incideva non poco sulla mia attività lavorativa.

Tra gli eletti nel Consiglio Comunale ricordo:
• Per la DC: Cortesi (capogruppo), Anghileri, Giua, Fusi, Borra, Corio, Drago, Ambrosini Bonalumi, Arnoldi, Ripamonti  e altri che non ricordo:
• per il PSI: Salvioni, che ricoprirà la carica di vicesindaco, Baruffi (capogruppo), Roberto Bruni, Salvo Parigi, Tiani, Carullo e Pia Locatelli;
• Per il PCI: Minardi (capogruppo), Tagliarini, Castellozzi,Garbarino e i giovani Manzecchi, Claudio Ongaro e Nadia Favalli;
• Nel PLI: Vivona (capogruppo) e Saffioti;
• Nei Verdi: Foglieni;
• In DP: Fornoni
• Nel PSDI: (proprio non lo ricordo, e mi scuso);
• Nel MSI: Tentorio (capogruppo), Amadeo, Fabrizi e il giovane Tremaglia.
E mi scuso se non ricordo tutti i nomi, ma dopo trent'anni e senza avere un "diario" da consultare, è comprensibile; vado a memoria.

Nella seduta d'insediamento del Consiglio Comunale, nel mio primo intervento da capogruppo  ricordai che «.... il 20 luglio le delegazioni dei partiti della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista e del Partito Repubblicano, avevano sottoscritto un documento intitolato "Programmi e priorità 1985 - 1990" e che in tale documento erano definiti ed elencati i principali punti d'intervento della nuova Amministrazione Comunale tripartita di Bergamo. In buona sostanza una "cornice politico - amministrativa entro la quale ci si era impegnati a governare la città per i prossimi cinque anni

E di seguito (cito testualmente): «...Alla fase distruttiva della demagogia si sta sostituendo una nuova fase che vede nella professionalità, nella meritocrazia, nel rilancio dei valori dell'imprenditorialità, nel rischio e nella capacità individuale i suoi maggiori punti di forza. Stanno nascendo una nuova società e nuove professioni che sono l'espressione di questo cambiamento e che hanno un comune denominatore rispetto al passato: la creatività, la flessibilità e la velocità. Sono superate le vecchie strutture dell'organizzazione sociale e professionale e se ne stanno formando di nuove non più legate alle vecchie corporazioni. Non ha più senso, ad esempio, parlare di ingegneri, avvocati, dottori commercialisti, mentre ha molto più senso parlare di chimici, bioingegneri, aziendalisti, esperti di finanza, di amministrazione......».

Continuando: «....Così, mentre negli anni '60 i cambiamenti e le trasformazioni politiche e sociali sono sempre state il frutto di tendenze ideologico - culturali, oggi ci sembra di assistere a fenomeni che si sviluppano in modo del tutto spontaneo, senza che la cultura della nuova società si sia radicata nella classe tradizionalmente dirigente. La stessa cultura non fa più riferimento a ideologie semplici. storiche, consolidate come il marxismo, il liberalismo o il solidarismo cattolico. La nuova cultura pragmatica, della relatività e dell'innovazione è meno certa, più probabilistica, più dialettica. Il risultato di questo è stato la costruzione della città, che avrebbe dovuto essere orientata alla sua evoluzione e al suo sviluppo, e che invece è insufficiente alle nuove esigenze...». E ancora: «....Il futuro della città deve essere, pertanto, costruito sulla base di come la città è già oggi e soprattutto di come sarà presumibilmente nel breve - medio termine....».

Riguardo specificatamente ai problemi di Bergamo e alle loro priorità, affermavo: «...Fondamentale e prioritario è l'adeguamento del Piano Regolatore Generale, elemento indispensabile per garantire un corretto e ordinato sviluppo della città, che contempli e compatibilizzi le esigenze degli insediamenti abitativi e produttivi con quella, altrettanto importante e indispensabile, della salvaguardia della qualità ambientale e paesistica. In altro settore, l'utilizzo dell'informatica, peraltro già in atto e con riscontri positivi, deve essere ulteriormente incoraggiato anche per quei settori che maggiormente potrebbero ricavarne benefici e tempestività sia nella raccolta che nell'elaborazione e nella distribuzione delle informazioni....».

Ovviamente non trascurai altri settori necessari di attenzione da parte dell'Amministrazione Comunale. Dalle Municipalizzate che necessitavano di forme d'integrazione dei servizi comuni, a quel tempo separati, fonte di "antieconomicità" e di "campanilismo" aziendale a danno del servizio; alla necessità di incanalare e guidare gli investimenti e nelle attività economiche dei privati, evitando d'intervenire in prima persona, auspicando «...la predisposizione di strumenti normativi adatti all'indirizzo su obiettivi di pubblico interesse...». Non trascurai i servizi alle persone in particolar modo quelle appartenenti alle fasce più deboli, anziani e bambini.

Come era prassi a quel tempo, anche il mio intervento fu ascoltato con attenzione e in pieno silenzio da parte del Consiglio comunale al gran completo. Il rispetto delle altrui idee o posizioni politiche era distintivo nei rapporti tra maggioranza e opposizione di qualunque colore politico fosse l'oratore.

Ma, forse, nel 1985 eravamo troppo avanti !

E ricevetti pure gli applausi, certamente d'incoraggiamento vista la mia "emozione".

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